Cucina vegetariana
Introduzione
I
vegetariani nel mondo
Le
motivazioni etiche del vegetarismo
Chi troppo chi niente «
Le
motivazioni ecologiste del vegetarismo
Le
motivazioni economiche del vegetarismo
E oggi,
cosa mangio?
Ricette
vegetariane/vegane
Chi troppo chi niente
Oggigiorno due problemi assillano l'umanità:
quello della fame e quello dell'obesità. Contrapposta in questo dilemma,
potremmo quasi affermare che l'umanità si divide in due parti: chi soffre
la fame a causa di una alimentazione insufficiente a garantire il fabbisogno
quotidiano qualitativamente e quantitativamente (in special modo nei
paesi del Terzo Mondo), e chi soffre per troppo cibo, di obesità, ovvero
di sovrappeso corporeo, un problema che tormenta molte persone. Questo
è causato dall'accumulo di grasso corporeo, dovuto a un eccesso di entrate
in alimenti, rispetto al dispendio energetico causato dalle attività
quotidiane, sommato al metabolismo basale. L'alimentazione diviene eccessiva
anche perché vi è uno scarso esercizio fisico.
L'alimentazione è viziata anche se si introducono alimenti "morti",
ovvero cotti, denaturati, sottoposti a conservazione con tecniche inopportune,
consumati a distanza eccessiva dalla raccolta e quindi impoveriti di
energia quantificata in Angstron(sappiamo che un frutto consumato a
distanza di 10 giorni dal momento in cui è stato raccolto viene a possedere
solo il 10% dell'energia originaria),trattati con concimi chimici e
antiparassitari, eccessivamente manipolati prima del consumo (spezzettati,
lavati eccessivamente, preparati molto tempo prima del consumo, ecc.),
oppure acidificanti quali quelli di provenienza animale. In alcune popolazioni
si riscontra inoltre una magrezza che gli occidentali reputano eccessiva
e patologica. La classe medica stabilisce delle tabelle sul rapporto
peso-altezza, e ritiene dato positivo l'accrescimento verificatosi nel
ventesimo secolo dell'aumento della statura, incremento che viene imputato
all'aumento del consumo di carne, ma che l'Organizzazione Mondiale della
Sanità stessa ha in parte rivisto. Si è così riveduta da parte di alcuni
studiosi la considerazione sulla validità delle tabelle rapporto peso-altezza
in vigore.
All'accusa che viene rivolta ad alcuni individui di essere troppo magri,
si può rispondere che sovente, proprio il fatto di essere magri consente
di essere in salute e di garantire lo svolgimento di numerose attività
nel corso della giornata. Se la magrezza divenisse eccessiva tale da
mettere in pericolo la vita stessa dell'individuo, il corpo stesso si
preoccuperebbe di far sorgere la fame, quella autentica. L'uomo possiede
l'istinto degli animali, quello che gli necessita lo cerca. Prima di
cadere in uno stato di prostrazione lo spirito di conservazione lo spinge
a ricercare cosa a lui occorre per assicurargli l'integrità della sua
salute. Nel marzo 1995 Il giornale d'Italia riportò la notizia della
scomparsa del signor Gong Laifa, che era alto 1 metro e 40 centimetri
e pesava 30 kg, deceduto all'età di 147 anni. L'alimentazione seguita
da quest'uomo (forse il più vecchio del mondo) era vegetaliana, non
consumava alcool, viveva in un ambiente di campagna e praticava molto
moto. Ma possiamo ricordare anche i piccoli e magri vietcong, che fronteggiarono
vittoriosamente gli obesi americani e i francesi; il filosofo inglese
vegetariano B. Russell, che, malgrado i suoi 43 Kg di peso, partecipò
a una lunga marcia di protesta contro la guerra del Vietnam a passo
sostenuto; il popolo degli Hunza, gente costituzionalmente molto magra,
che ignora la malattia e vive per la maggior parte del tempo all'aperto
e durante il periodo primaverile si sottopone a un semidigiuno a causa
della penuria di cibo e nonostante ciò, conserva una vitalità e un'efficienza
notevole; i corridori di colore, in special modo etiopi e keniani, i
quali devono i loro successi anche alla loro struttura esile, frutto
in gran parte della notevole attività fisica praticata sin dalla giovane
età, visto che vanno a scuola di corsa fin da piccoli. Si può menzionare
la maratoneta Alba Milana, che vinse la terza edizione del campionato
italiano di maratona a Verona pesando attorno ai 40 Kg. Ma sappiamo
che nella corsa il dispendio energetico è dato dal prodotto tra distanza
percorsa e peso dell'atleta per 0,90 circa, per cui chi è magro avrà
un dispendio energetico minore. Per questo motivo, in special modo i
corridori di lunghe distanze (e tra queste la maratona), saranno agevolati
dal non doversi portar dietro chili in sovrappiù.
C'è chi sostiene che un po' di tessuti di riserva siano necessari. Ma
a ciò si può obbiettare che l'uomo non deve attraversare deserti e rimanere
senza cibo per un tempo lungo ed essere perciò costretto ad attingere
alle proprie riserve come avviene ai cammelli, dromedari e agli animali
che vanno in letargo. L'uomo invece, per lo più si alimenta con cibi
durante tutto l'arco dell'anno e non deve sopportare per necessità digiuni
forzati. Gli stessi anoressici, cioè i malati di anoressia mentale,
si alimentano ma poi, non essendo loro gradita la propria figura corporea,
espellono il cibo attraverso vomito o diarree. Come accadde a Santa
Caterina da Siena, Santa patrona d'Italia, nota anche per essere morta
di anorressia mentale. In realtà la sua morte prematura fu causata dalle
eccessive penitenze cui si sottoponeva, quali restrizione di sonno,
il portare cilici, ecc. Anche lei si alimentava, ma poi espelleva il
cibo con il vomito prima della comunione per il timore che il suo stomaco
non avesse sufficiente spazio per ricevere l'ostia. Quando da giovane
intenzionata a ritirarsi da sola, partì da casa con un solo panetto,
fece ritorno il giorno successivo perché affamata. Le tabelle esistenti
sul rapporto peso-altezza dovrebbero essere riviste, anzi potremmo affermare
che esse lasciano il tempo che trovano per la loro validità: sono formule.
Ogni individuo invece, possiede delle caratteristiche proprie e la sua
conformazione è dovuta anche allo stile di vita che conduce. La vita
dell'uomo è legata sostanzialmente all'atto respiratorio per cui una
cura attenta, intelligente della respirazione, garantisce una maggiore
resistenza alle disparate malattie che lo tormentano. L'uomo con il
processo di civilizzazione si è venuto ad allontanare dalla natura.
La salute viene spesso ricercata attraverso sistemi costosi, complicati,
elaborati, inidonei, mentre in realtà la semplicità delle cure è sempre
la cosa più idonea, più opportuna e la guarigione sovente si ottiene
con le attività più spontanee.
La qualità dell'alimentazione non è legata al numero di calorie che
si introducono, ma piuttosto alla qualità biologica dei suoi componenti:
è sufficiente una quantità minima di una vitamina affinché essa esplichi
la sua azione enzimatica in tutti i suoi processi vitali. Nutrendosi
con alimenti "vivi" e ciò si verifica soprattutto se essi sono biologici,
cioè privi di trattamenti chimici, le cui piante di provenienza sono
state sottoposte alla rotazione colturale, non si farà ricorso a cibi
"morti" come lo zucchero privo di principi nutritivi, pur essendo ricco
di energia. Si consiglia quindi un'alimentazione che apporti cibi vegetali
in larga misura, quali frutta, verdura, legumi, cereali integrali e
solo in misura ridotta o addirittura nulla, cibi di natura animale quali
il latte, derivati e uova; questo, anche a vantaggio di un discorso
etico, in quanto non si viene a sfruttare la vita animale. L'alimentazione
con il cibo è sì importante, ma poi sullo stato di salute della persona
incidono atri fattori; la stessa malattia è spesso un rifugio, anche
se inconscio. Ricordo la testimonianza di un medico che in una conferenza
a cui partecipai, affermò che una paziente da lei curata, pur alimentandosi
a suo parere in modo pressoché quasi perfetto, lamentava numerosi problemi.
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