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Perché il vetro
Il vetro è il materiale ideale per conservare
il vino dal momento che non ne altera il sapore contaminandolo con sostanze
estranee, come potrebbe invece capitare con altri materiali. Inoltre,
specialmente nel caso del rosso, il vino teme la luce,
quindi si preferisce utilizzare bottiglie di colore scuro (verde o ambrato)
che, pur non impedendo di vedere il contenuto della bottiglia stessa,
preservano il suo contenuto dall'azione della luce, che può accelerare
alcuni processi ossidativi di decadimento.
Le tecniche di produzione del vetro sono però state inadeguate
allo scopo fino al 1700: in precedenza il vino era conservato in botti
più o meno grandi oppure in anfore di ceramica
o terracotta, da cui era spillato direttamente.
Contenitori in vetro per il vino sono stati usati fin dal XIII secolo,
ma la mancanza di tappi adeguati e la fragilità del vetro stesso
li rendevano inadatti a contenerlo per lunghi periodi di tempo, e quindi
il loro impiego si fermava alla presentazione. Questi
contenitori erano di forma svasata, con il fondo largo e il collo stretto;
l'abitudine di rivestirli con impagliature (soprattutto
di vimini) a scopo di imballaggio diede origine al fiasco,
fino a pochi decenni fa segno distintivo del Chianti.
Tipi di bottiglie
La bordolese è una tipologia di bottiglia originaria
della zona di Bordeaux, in Francia, da cui prende il
nome. Ha forma cilindrica dal collo in giù e a seconda della
colorazione può essere adatta a vini da medio o lungo invecchiamento,
soprattutto rossi.
La renana, alta, slanciata e sottile, è tuttora
impiegata, ad esempio, per i vini alsaziani; come suggerisce il nome
è originaria della zona del Reno. Essendo di colore chiaro oppure
trasparente è idonea soltanto per vini bianchi da consumare
giovani.
Per gli spumanti la scelta ricade quasi sempre sulla Champagnotta,
dotata di un vetro scuro e spesso, adatto a resistere alla notevole
pressione generata da abbondanti quantitativi di anidride carbonica.
Esistono molte altre varianti, soprattutto locali, adatte alle caratteristiche
peculiari dei vini che sono destinate a contenere.
Il bicchiere da degustazione
Non tutti i bicchieri sono adatti ad apprezzare un buon vino, e qualità
diverse di vino si apprezzano al meglio solo con determinati tipi di
bicchiere.
Tutti i bicchieri per vino devono avere un gambo o
stelo che funge da impugnatura e consente di non riscaldare il vino
con le mani e non portare le mani stesse troppo vicine al naso, con
il rischio di inalare aromi non propri del vino. (sapone, profumi, etc.).
La base dev'essere abbastanza ampia
da consentire una buona maneggevolezza.
Il materiale d'elezione è vetro sottile, (o meglio ancora cristallo)
trasparente, liscio, incolore e senza decorazioni;
le dimensioni devono essere sufficienti a permettere che il vino sprigioni
in pieno il suo aroma.
Il bicchiere dev'essere assolutamente pulito e inodore:
è consigliabile lavarlo sempre a mano con poco
sapone e molta acqua calda. La lavastoviglie tende infatti a lasciare
profumi estranei sul vetro, a causa dei brillantanti contenuti nei detersivi
specifici. Nel caso si debba utilizzare un bicchiere precedentemente
lavato in lavastoviglie, lavarlo brevemente di nuovo a mano come indicato
sopra.
Questa raccomandazione vale anche per i bicchieri che non sono stati
utilizzati per molto tempo, dato che potrebbero acquisire un odore di
chiuso oppure impolverarsi. Per evitare almeno in parte quest'ultimo
inconveniente è utile conservare i bicchieri con lo stelo
rivolto verso l'alto.
Infine, prima di assaggiare al vino, avvinare il bicchiere
(ossia versarvi una piccolissima quantità del vino che si sta
per bere e poi ruotarlo lentamente) aiuta ad evitare “contaminazioni”
di sapori e/o aromi.
La soluzione universale
Per iniziare a degustare il vino non è assolutamente necessario
acquistare un set completo di bicchieri da assaggio. Basta dotarsi di
un calice di media grandezza, del tipo denominato “sommelier”
oppure “iso”. Si trovano facilmente in
commercio e non costano più di 3 o 4 euro, e sono abbastanza
adatti a qualunque tipo di vino.
A ogni vino il suo bicchiere
Senza voler scendere in particolari tecnici riservati ai sommelier,
ci sentiamo di fornire alcune indicazioni generali sulla forma
che i bicchieri dovrebbero avere per far godere appieno tutte le caratteristiche
di un particolare vino.
Sostanzialmente, si tratta di trovare di volta in volta il migliore
compromesso tra la necessità di esprimere tutti gli aromi
del vino e il pericolo di disperderli troppo nell'ambiente.
Il primo risultato si ottiene con bicchieri molto “aperti”,
mentre una restrizione nei pressi dell'imboccatura permette di “convogliare”
meglio gli aromi verso il naso.
Il bicchiere a tulipano è indicato per i vini
bianchi giovani; i vini bianchi
invecchiati, i rosati e il vino novello andrebbero
gustati in “tulipani” dal fondo più
largo.
Il calice classico, più alto e largo, è
riservato ai vini rossi giovani, dato che ne consente
la rapida “respirazione”.
Il ballon, un grande bicchiere “panciuto”
è invece indispensabile per cogliere al meglio tutte le sfumature
dei grandi vini rossi da invecchiamento.
Gli spumanti
secchi, semisecchi e Brut,
caratterizzati da aromi molto volatili, richiedono il classico flûte,
per poter godere appieno di tutti i profumi ed apprezzarne
il perlage. Gli spumanti dolci, al contrario, possiedono
un profumo molto intenso che potrebbe risultare addirittura eccessivo;
meglio quindi gustarli con una coppetta bassa e larga.
Un calice dal gambo molto alto e con imboccatura
stretta è la soluzione migliore per passiti,
vini
liquorosi e “da meditazione”.
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